“Per ora c’è una gara a chi immette il vaccino in commercio prima, non a chi produce il migliore. Domani o dopodomani ci sarà chi produrrà il vaccino migliore, oggi la corsa è a chi lo riesce a mettere prima in commercio. In parte sono d’accordo con Crisanti, non dico si debba aspettare per fare il vaccino, ma più dati noi abbiamo più sicuri siamo”.
Lo spiega ad Askanews Giovambattista De Sarro, Medico Famacologo, Rettore dell’Università di Catanzaro, Magna Graecia. “Qualsiasi sia il vaccino, un minimo di copertura lo darà – spiega – ma secondo me ci vuole del tempo per dire qual è il vaccino migliore. Cioè quello che nel tempo ci darà maggiore copertura e minori effetti collaterali. Questo, però, non possiamo saperlo subito: ci vorrà un po’ di tempo per documentarlo”. Non solo: “Io che vivo in questo territorio, italiano, europeo, dico: il nostro vaccino è stato provato in Italia, in Inghilterra, quindi nella nostra popolazione, e sicuramente ha delle risposte a noi pertinenti – osserva il professore -. Ma un vaccino che è stato fatto in un altro continente, dove c’è una popolazione che in parte è differente da noi, sarà ottimo per quella popolazione ma non sappiamo oggi noi come risponderemo”.
“Ho grande fiducia in tutti i lavori che si stanno facendo sui vaccini. Quando vengono autorizzati alcuni farmaci e sappiamo che gli studi clinici sono stati condotti nel nostro Paese, quindi sappiamo che sono stati valutati dalla nostra popolazione ci sentiamo anche più sicuri nell’utilizzarli – spiega -. Quanto ai nuovi vaccini, più ne fanno e meglio è, perchè li possiamo confrontare e scegliere quello che sarà migliore. Anche perchè – ricorda – il vaccino è l’unico modo per debellare il coronavirus: nessuno può essere costretto a vaccinarsi, sappiamo però che più persone si vaccinano più verrà isolato il virus e più cresce la possibilità di riuscire a debellarlo. Abbiamo debellato il vaiolo. E’ stato un grande passo. Oggi abbiamo la cura per l’epatite: c’è stata anche lì una bella competizione fra le industrie farmaceutiche che ha portato a questi risultati. Diciamo che più industrie ci lavorano, più c’è concorrenza scentifica, più c’è possibilità di giungere a debellare la malattia”.