Cosa c'è dietro il no di Gaudio come commissario sanitario in Calabria | Salute
Top

Cosa c'è dietro il no di Gaudio come commissario sanitario in Calabria

L'ex rettore della Sapienza invoca scelte familiari per non tornare all'ombra dell'Aspromonte, dove è nato e cresciuto. Ma pesa anche il parere di Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia?

Cosa c'è dietro il no di Gaudio come commissario sanitario in Calabria
Preroll

globalist Modifica articolo

17 Novembre 2020 - 16.13


ATF

Alla fine la Calabria, speriamo, ce la faccia a trovare un commissario sanitario all’altezza, dopo una parata di impresentabili ai vertici di una realtà così “malata” e complessa. L’ultimo a dire no è stato Eugenio Gaudio, cosentino, ex rettore dell’università la Sapienza di Roma. In un’intervista a Repubblica l'”amico romano”, come lo chiamano in Calabria, ha abbandonato la presa. “Mia moglie non vuole trasferirsi a Catanzaro”, ha detto. E siccome la famiglia conta, e conta molto in certi ambienti, la motivazione può apparire perfino credibile. Sempre a Repubblica Gaudio ha liquidato anche un suo coinvolgimento giudiziario a Catania per presunta turbativa in un concorso dichiarando: “Il procuratore di Catania ha appena fatto sapere al mio avvocato che è andato a depositare la richiesta di archiviazione per la mia presunta turbativa nei concorsi. Ne esco come ne sono entrato, pulito”.

Nonostante la pulizia sbandierata, il ritorno di Gaudio all’ombra dell’Aspromonte non era stato accolto con brindisi e soppressata. A cominciare da Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, che con una dichiarazione affatto cauta ha dichiarato: “Gaudio sarà sicuramente persona validissima, ma in Calabria, per tanti differenti motivi – tra questi la necessità di combattere con radicalità la ‘ndrangheta con le sue infiltrazioni nelle aziende sanitarie – non va bene”. Più diretto Gino Strada, con cui avrebbe dovuto operare in tandem: “Io a lavorare con Gaudio? Non esiste”.

Pulito, dicevamo. E potentissimo Eugenio Gaudio: una carriera formidabile. Medico, ex preside di Medicina a Roma, poi Magnifico, attualmente docente di due corsi in Medicina, consulente del ministro Manfredi, lider maximo dell’osservatorio delle scuole di specializzazione di Medicina. Uomo tanto quieto, all’apparenza quanto interno ai meccanismi della politica, che come si sa con una mano spesso lava l’altra.

Sponsor principale dell’amico calabrese, legato all’Opus Dei e agli infiniti cascami della Democrazia Cristiana, è stato Luigi Frati, il deus ex machina della prima università romana, il più grande ateneo d’Europa. Anche Frati, rettore indiscusso dal 2008 al 2014, è stato coinvolto in varie vicende giudiziarie dalle quali è uscito (pure lui) pulitissimo. Sempre questioni familiari, si badi bene con cariche discusse e discutibili, spesso finite anche in Tribunale e poi archiviate.
Val bene raccontare che la signora Rita Angeletti, ex docente di liceo, durante la gestione dell’augusto consorte Luigi divenne professore di Storia di Medicina, la figlia Paola – laurea in giurisprudenza – invece docente di Medicina Legale alla corte – pensate un po’ – di Eugenio Gaudio, e il figlio Giacomo Frati professore ordinario sempre alla Sapienza, cresciuto nel reparto di Carlo Gaudio, fratello del più noto.

Un mix reticolare di amicizia e potere, di incarichi prestigiosi e stipendi importanti. Fino al beau geste di oggi con cui Eugenio Gaudio chiude l’ipotesi di andare a gestire la patata bollentissima della sanità calabrese. Per “ragioni familiari”.

Native

Articoli correlati