Il 5% dei casi di melanoma in Europa è causato dalle lampade solari, con una netta prevalenza nelle donne (fino al 10%). Ogni anno 4.450 nuove diagnosi di questo tumore della pelle sono attribuibili all’abbronzatura artificiale, con costi che superano i 30 milioni di euro nei primi 12 mesi dopo la scoperta della malattia. In Italia, questa cifra è pari a circa 450mila euro. Diagnosi e risorse che potrebbero essere risparmiate con campagne di prevenzione per bandire totalmente questi apparecchi e per far comprendere ai cittadini la loro pericolosità.
Il fattore di rischio più importante del più aggressivo tumore della pelle è infatti rappresentato dall’esposizione senza protezione ai raggi UV, inclusi quelli artificiali. Prevenzione e ricerca scientifica sono le armi per sconfiggere il melanoma, due pilastri che oggi permettono a 160mila persone in Italia di vivere dopo la diagnosi. In cinque anni, infatti, questa cifra è aumentata del 97% (erano 81mila nel 2014).
“Possiamo parlare di cronicizzazione della malattia in fase avanzata in circa il 50% dei casi, grazie all’immunoterapia e alle terapie mirate che garantiscono una buona qualità di vita – afferma la Prof.ssa Paola Queirolo, Direttore Divisione Melanoma, Sarcoma e Tumori rari all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano -. Un risultato impensabile solo dieci anni fa, prima dell’arrivo di questi trattamenti efficaci, quando la sopravvivenza mediana per la malattia metastatica era compresa fra 6 e 9 mesi e solo il 25% dei pazienti era vivo a un anno. Cambia quindi radicalmente la gestione delle persone con melanoma avanzato, che presentano bisogni specifici a cui i clinici devono saper rispondere”.