Sono arrivati prima. Sa è sicuro che sia un bene aver accelerato i tempi? “Ho qualche perplessità sui tempi, su cui non abbiamo spiegazioni. Sapevamo che a metà giugno il vaccino russo era stato testato su 38 persone, probabilmente militari, e ciò alimenta le perplessità: i tempi sono davvero molto brevi per le valutazioni. E un’altra perplessità è legata alla possibilità che la sperimentazione sia stata fatta sui soldati. E se questo fosse vero creerebbe qualche problema etico, perché i militari non possono esimersi dall’accettare la vaccinazione”.
Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma, commenta così l’annuncio della registrazione del primo vaccino contro il coronavirus da parte del presidente russo Vladimir Putin.
“Non abbiamo dati sui controlli di sicurezza fatti in Russia”, dice Ippolito. “Mi sembra un po’ presto. Rimane quindi qualche dubbio che siano stati adottati tutti gli standard di sicurezza, speriamo che i russi ci diano presto i dati, in modo da avere chiarezza”, ha aggiunto Ippolito, spiegando che il vaccino approvato, sviluppato dall’istituto Gamaleya , “è approntato con un vettore adenovirale. Come molti altri vaccini. Anche quello su cui stiamo lavorando allo Spallanzani. Il vettore adenovirale è certamente il più sicuro, il più tollerato e può dare una risposta immediata. Il vaccino russo potrebbe basarsi addirittura su 2 vettori, ma ne sapremo di più quando ci saranno fornite le evidenze”.
Il fatto che Putin abbia vaccinato la figlia “è nel migliore stile della storia delle vaccinazioni, lo hanno fatto altri prima di lui. Pare che la ragazza abbia avuto la febbre alla seconda dose. Una blanda reazione. Ma non abbiamo molti dettagli. Ripeto: potremo fare qualche valutazione solo con dati alla mano”, conclude Ippolito.