La cannabis inalata riduce il livello di gravità del mal di testa e dell’emicrania di circa il 50%. La cannabis non sembra portare al mal di testa da uso eccessivo di farmaci associato ad altri trattamenti convenzionali, il che significa che l’uso di cannabis non peggiora il mal di testa o l’emicrania nel tempo. E’ quanto evidenzia uno studio pubblicato su Journal of Pain. L’uso della cannabis per alleviare il mal di testa e l’emicrania è relativamente comune, ma la ricerca sulla sua efficacia rimane scarsa.
In questo studio gli autori americani hanno cercato di determinare se l’inalazione di cannabis diminuisce il mal di testa e l’emicrania, nonché se il tipo di cannabis (concentrato vs fiore), delta-9-tetraidrocannabinolo, cannabidiolo o la dose contribuiscono ai cambiamenti in queste valutazioni.
Infine, sono stati analizzate le prove di tolleranza a questi effetti. I dati di archivio sono stati ottenuti attraverso una app sulla cannabis medica che consente ai pazienti di monitorare i sintomi prima e dopo aver utilizzato diversi ceppi e dosi di cannabis.
Sono stati utilizzati modelli di punteggio di cambiamento latente e modelli multilivello per analizzare i dati di 1.876 pazienti che hanno usato la cannabis attraverso l’app e con in uso di quest’ultima pari a 22.491 volte per tenere traccia dei cambiamenti nella gravità del loro mal di testa e da 1.019 utenti che insieme hanno utilizzato l’app 14.091 volte per tenere traccia dei cambiamenti nella gravità dell’emicrania in un periodo di 16 mesi (febbraio 2017 a giugno 2018).
Ci sono state riduzioni significative nelle valutazioni del mal di testa e dell’emicrania dopo l’uso di cannabis.
Gli uomini hanno riportato riduzioni maggiori del mal di testa rispetto alle donne (90.9% vs 89.1%, p=0.001) e l’uso di concentrati è stato associato a riduzioni maggiori del mal di testa rispetto ai fiori.
Sono state anche eseguite prove di tolleranza a questi effetti.
Secondo gli autori, la cannabis per via inalatoria riduce il mal di testa auto-riferito e la gravità dell’emicrania di circa il 50%. Tuttavia, la sua efficacia sembra diminuire nel tempo e i pazienti sembrano utilizzare dosi più elevate nel tempo, suggerendo che la tolleranza a questi effetti può svilupparsi con l’uso continuato.
Secondo gli autori sono necessari ulteriori studi clinici in doppio cieco, controllati con placebo, che aiuteranno a escludere l’ placebo e forniranno un esame più controllato della dose, del tipo di cannabis, delle interazioni di THC, CBD.