Si è insediato ufficialmente il gruppo di lavoro sulle immunoglobuline a cui partecipano ministero della Salute, Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Centro nazionale sangue (Cns) e i rappresentanti delle Regioni e di Farmindustria. L’obiettivo è “affrontare in modo coordinato e organico il tema dell’approvvigionamento dei farmaci plasmaderivati, intervenendo preventivamente a fronte di potenziali situazioni di carenza per garantire ai pazienti che ne hanno reale bisogno la disponibilità di questi farmaci e la continuità terapeutica”.
“Abbiamo già individuato delle linee d’intervento per prevenire le carenze – afferma il direttore del Cns Vincenzo De Angelis – per avvicinarci il più possibile all’autosufficienza bisogna innanzitutto agire per aumentare la raccolta di plasma. Servono poi sistemi per massimizzare l’appropriatezza di utilizzo clinico-terapeutico, e un miglioramento delle tecnologie industriali che permetta di aumentare le rese produttive”.
In Italia il plasma raccolto dai donatori è sufficiente a coprire circa il 75% del fabbisogno nazionale di immunoglobuline, con differenze di autosufficienza assai marcate tra le Regioni. La restante parte di farmaci viene reperita sul mercato internazionale. Per la produzione è utilizzato plasma prevalentemente raccolto negli Usa, Paese che raccoglie il 67% del plasma mondiale.
In questi giorni – prosegue il comunicato – alcune associazioni di pazienti hanno segnalato i propri timori per le possibili difficoltà future nell’accesso alle terapie con immunoglobuline polivalenti, legato alla riduzione della raccolta causata dalla pandemia. Il tema è stato affrontato durante la prima riunione del gruppo, cui hanno partecipato anche i rappresentanti del Gaef (Gruppo aziende emoderivati di Farmindustria), che saranno interlocutori regolari del tavolo. Il gruppo di lavoro – conclude la nota – si relazionerà anche con i rappresentanti delle associazioni dei pazienti.