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Covid-19 in Italia già nell'estate 2019: la clamorosa scoperta dell'Istituto Tumori

I ricercatori dell'Irccs, con gli atenei di Milano e Siena hanno testato il sangue di 959 volontari tra settembre 2019 a febbraio 2020: l'11,6% era positivo. Lo studio rimodella la storia della pandemia

Covid-19  in Italia già nell'estate 2019: la clamorosa scoperta dell'Istituto Tumori

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15 Novembre 2020 - 18.35


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C’era il dubbio, anzi più di uno. Che il Covid-19 fosse presente in Italia prima, molto prima che esplodesse l’emergenza a Wuhan, in Cina. Un moltiplicarsi di strani casi di polmonite, di bronchiti bilaterali atipiche soprattutto negli anziani già nell’estate 2019 con picchi tra novembre e dicembre, e molti, troppi decessi. I medici di base avevano segnalato una ricorrenza di casi ma senza trovare risposte. E ora uno studio dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano ci dà conferme.
Facciamo un passo indietro per spiegarvi come si è arrivati a questi risultati clamorosi. Da anni la Fondazione IRCCS ha attivato uno screening precoce del cancro polmonare tra soggetti sani, fumatori e non, spesso con una storia familiare oncologica. Entrare nel progetto “Smile” è semplice: una volta nel gruppo, il soggetto viene sottoposto a prelievo del sangue, spirometria e Tac spirale polmonare. Chi scrive ne ha fatto parte, volontariamente. Basta una mezza giornata. La persona poi viene monitorata nel corso degli anni.

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Ebbene, tra settembre 2019 e marzo 2020 l’Istituto ha arruolato 959 volontari. Il sangue prelevato, e conservato, è stato analizzato con test sierologico dai ricercatori delle Università di Milano e Siena. Ebbene: su 959 campioni, 111 sono risultati positivi all’immunoglobulina G (16 casi) o all’immunoglobulina M (97 casi). Di questi 111 positivi, 23 risalgono a settembre, 27 ottobre, 26 a novembre, 11 a dicembre, 30 gennaio e 21 febbraio. In pratica l’11,6 dei volontari è risultato positivo a Covid-19. Lo studio firmato dal gruppo guidato da Giovani Apolone dell’IRCCS e pubblicato da “Tumori Journal” apre prospettive completamente diverse da quelle fin qui ipotizzate.

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Gli studiosi scrivono: “Anticorpi specifici per SARS-CoV-2 RBD sono stati rilevati in 111 individui su 959 (11,6%), a partire da settembre 2019 (14%), con un cluster di casi positivi (> 30%) nella seconda settimana di febbraio 2020 e numero più alto (53,2%) in Lombardia. Questo studio mostra un’inaspettata circolazione molto precoce di SARS-CoV-2 tra individui asintomatici in Italia diversi mesi prima dell’identificazione del primo paziente e chiarisce l’insorgenza e la diffusione della pandemia di malattia da coronavirus 2019 (COVID-19). La ricerca di anticorpi SARS-CoV-2 in persone asintomatiche prima dell’epidemia di COVID-19 in Italia potrebbe rimodellare la storia della pandemia”.

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I positivi individuati in questa ricerca provengono da 13 regioni, la metà dalla Lombardia seguita da Piemonte, Lazio, Emilia-Romagna, Toscana, Veneto.E davvero si tratto di uno studio che, partendo da dati “casuali” (l’obiettivo era ed è lo screening precoce del tumore al polmone), riscrive l’ascesa del virus Sars-Cov-2 nel mondo. Sarebbe ora interessante capire se siano possibili altre verifiche di questo tipo, e non solo in Italia.

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