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Scoperto il motivo per cui una piccola ustione fa più male di un puntura

Lo studio è stato realizzato dall'Università di Torino e dalla Université Laval (Canada): la differente percezione dipende da un trasportatore del cloro, il KCC2

Scoperto il motivo per cui una piccola ustione fa più male di un puntura
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25 Agosto 2020 - 16.13


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Ci sono dolori e dolori. Ma quelli causati da una bruciatura sono più persistenti di altri, per esempio di tipo meccanico. La diversa percezione dipende da un trasportatore del cloro, il KCC2, che condiziona la capacità dei neuroni centrali (le cellule del cervello) di inibire i diversi tipi di stimoli dolorifici.
Lo hanno scoperto ricercatori dell’Università di Torino e del Centro di Ricerca CERVO, presso l’Université Laval (Canada) in uno studio pubblicato su Nature Communications.

ll dolore viene trasmesso al corno dorsale del midollo spinale attraverso delle vie specializzate. I neuroni spinali, a loro volta, trasmettono l’informazione al cervello dopo averla rielaborata e filtrata.

La capacità del midollo spinale di controllare gli stimoli dolorifici in arrivo dalla periferia è estremamente importante per evitare che stimoli non rilevanti siano erroneamente trasmessi al cervello come segnali dolorifici. Questo modulazione è in gran parte dovuta al rilascio di trasmettitori inibitori (GABA o glicina), che inibiscono la comunicazione tra neuroni mediante l’ingresso di cloro. L’efficacia di questi trasmettitori inibitori è determinata dal KCC2, un trasportatore che mantiene basso il livello di cloro nei neuroni. Se il trasportatore funziona bene, i trasmettitori inibitori sono più efficaci nel limitare il passaggio di informazioni dolorifiche.

Grazie a questo studio si è scoperto che, in condizioni normali, i livelli di espressione del trasportatore di cloro, KCC2, sono più bassi nelle aree del midollo spinale che elaborano stimoli termici, mentre sono più alti in quelle che ricevono gli stimoli meccanici.

Uno dei sintomi più prominenti del dolore neuropatico è l’ipersensibilità agli stimoli meccanici, anche banali, come il contatto con i propri vestiti. Si può supporre che in condizioni patologiche la riduzione dell’inibizione, dovuta all’abbassamento del KCC2, abbia effetti molto più drammatici proprio in quelle aree del midollo spinale dove l’inibizione è normalmente più efficace.

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