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Pillola del giorno dopo senza ricovero: finalmente rispettate le donne

Il Consiglio Superiore di Sanità aggiorna le linee guide ferme al 2010. La Ru486 potrà essere assunta fino alla nona settimana di gestazione. Così si tutela la legge 194 che resta una norma di civiltà

Pillola del giorno dopo senza ricovero: finalmente rispettate le donne
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8 Agosto 2020 - 11.16


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Nessun ricovero obbligatorio per la donna che vuole utilizzare la pillola del giorno dopo, il farmaco abortivo Ru486, allungamento del periodo di somministrazione che passa da sette a nove settimane. E’ quanto emerge dalle Linee guida sull’aborto farmacologico (che erano ferme al 2010) aggiornate dal Consiglio Superiore di Sanità, secondo quanto riferisce oggi il quotidiano ‘Il Messaggero’. La Ru486 potrà, dunque, essere assunta fino alla nona settimana di gestazione. Il ministro Speranza su Repubblica: “Un passo avanti importante che rispetta pienamente il senso della legge 194, che è e resta una norma di civiltà del nostro Paese”.

Come si ricorderà la giunta di centro destra, guidata da Donatella Tesei, aveva abrogato una delibera che permetteva di praticare l’aborto farmacologico in day hospital, scatenando uno scontro politico con l’opposizione. In passato la Regione guidata da Catiuscia Marini garantiva la possibilità di ricorrere a alla Ru486 in day hospital, cosa che però Tesei ha bocciato, preferendo un ricovero prolungato. Una situazione che potrebbe spingere molte donne, a rinunciare anche per paura di un contagio. E che fra l’altro va contro la richiesta della Società italiana di ginecologia e ostetricia che aveva chiesto di favorire l’aborto farmacologico per tutelare le donne e evitare di congestionare le strutture sanitarie in tempi di coronavirus.

‘Le nuove linee guida del Ministero della Sanità in materia di interruzione di gravidanza e RU 486 in day hospital sono una risposta civile e moderna che spazza via ogni concezione medievale del ruolo delle donne e ogni tentativo di rimettere indietro le lancette dell’orologio della storia. Ci aspettiamo che la Presidente della Regione Umbria chieda scusa alle donne, convochi immediatamente la Giunta, revochi quella pessima delibera che non doveva essere adottata e garantisca la piena applicazione di una legge come la 194, in tutte le sue parti”. Così il parlamentare del Ps Walter Verini.

La Ru486 (Il nome del farmaco è Mifegyne) è arrivata in Italia nel 2009 dopo via libera alla commercializzazione in Italia da parte dell’Aifa (Agenzia italiana per il farmaco). È un medicinale che fornisce un’opzione non chirurgica per l’interruzione della gravidanza nel pieno rispetto della legge 194.

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