Aveva i sintomi del morbillo e invece era Covid-19, solo che ancora non lo si poteva immaginare perchè era il primo dicembre del 2019. A dimostrare che il virus SarsCov2 circolava in Italia già dal tardo autunno dell’anno scorso è uno studio dell’università Statale di Milano, pubblicato sulla rivista Emerging Infectious Diseasese. Il tampone fatto a un bambino di 4 anni, che già dal 21 novembre aveva iniziato a stare male con tosse e rinite, ha rivelato infatti la presenza del virus, almeno 3 mesi prima del paziente 1 di Codogno.
A questo punto interviene la Cina che con una campagna molto mirata e naturalmente “pro domo sua” dà la colpa all’Italia della diffusione di Sars-CoV-2. Lo scrive in un articolo il New York Post, che spiega: “Pechino sta spingendo molto quello studio, che dimostrerebbe casi di contagio in Europa già dal settembre scorso, tre mesi prima del primo caso dichiarato a Wuhan”. Va detto, però, che la Cina aveva già accusato altri paesi di aver originato la pandemia: Pechino aveva puntato il dito già contro la Spagna e poi contro gli Stati Uniti, accusando la nazionale dell’esercito di aver portato Sars-Cov-2 nell’ottobre 2019, durante i Giochi mondiali militari di Wuhan. Insomma, un rimbalzo di colpe, che esclude la Cina.
Zhao Lijian, Ministro degli Esteri cinese, ha recentemente affermato: “Ci sono studi, come quello italiano, che dimostrano una cosa con certezza: tracciare l’origine di un virus è una questione molto complessa, che andrebbe lasciata agli scienziati. Questi sono processi molto complessi, che possono coinvolgere più paesi”. Ma d’altraparte l’Oms, in passato, aveva ammesso che il COVID-19 possa aver circolato in modo latente in altre parti del mondo prima dell’accertamento del primo caso.