Se ne sta dibattendo da tempo, in ambito scientifico. Ora arriva uno studio del Cedars-Sinai Medical Center che sostiene che un vaccino contro la tubercolosi, tra l’altro ancora ampiamente usato, si rivela utile per ridurre la probabilità di contrarre il virus SARS-CoV-2, responsabile della malattia COVID-19. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Investigation.
Il vaccino è conosciuto come Bacillus Calmette-Guérin (BCG) ed è stato sviluppato negli anni 20 del secolo scorso. Si stima che ogni anno venga somministrato a più di 100 milioni di bambini in tutto il mondo. Approvato dalla FDA negli Stati Uniti, il bacillo di Calmette e Guérin è già da qualche mese in fase di test in diversi istituti nel mondo, fin da quando ci si è accorti, qualche mese fa, di questa sua caratteristica positiva in seno alla pandemia in corso.
I ricercatori hanno effettuato le analisi del sangue di più di 6000 operatori sanitari nel Cedars-Sinai Health System. Hanno scoperto così che quei soggetti che avevano ricevuto vaccinazioni BCG in passato, un 30% del totale, mostravano delle probabilità nettamente più basse di essere poi positivi alla presenza di anticorpi contro il SARS-CoV-2 all’interno del sangue, il test che indica una infezione anche passata e superata di Covid-19.
I motivi per cui le persone vaccinate contro la tubercolosi sembrino più tutelate rispetto al nuovo Coronavirus, è ancora oscuro. Per Moshe Arditi, immunologo del Cedars che ha partecipato allo studio come autore senior: “Sembra che gli individui vaccinati con BCG potrebbero avere una risposta immunitaria cellulare più efficiente contro il virus”. Il vaccino anti tubercolosi, d’altra parte, è noto per proteggere anche dalla sepsi neonatale e daalcune infezioni del tratto respiratorio.
Sono comunque necessari altri studi per chiarire meccanismi e punti oscuri.