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Bomba Covid sull'oncologia: un milione e mezzo di screening in meno in 5 mesi

Riduzione pesante delle diagnosi di tumore alla mammella e del colon retto. Patologie che gli specialisti temono, ora, di individuare troppo tardi. L'allarme della Società europea di Oncologia

Bomba Covid sull'oncologia:  un milione e mezzo di screening in meno in 5 mesi
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18 Settembre 2020 - 12.55


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Tra le controindicazioni del Covid-19 c’è, purtroppo, un rallentamento pesante nelle cure delle altre malattie, anche di quelle più gravi. Per non dire della prevenzione praticamente azzerata. Per esempio gli screening oncologici. L’impatto del Covid-19 sull’oncologia e l’individuazione di nuovi strumenti per far fronte alle conseguenze del virus sono fra i temi centrali del Congresso della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo), al via dal 21 settembre in forma virtuale.
Nei primi 5 mesi del 2020, in Italia, sono stati eseguiti circa un milione e quattrocentomila esami di screening in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Ritardi che si traducono in una netta riduzione non solo delle nuove diagnosi di tumore della mammella (2.099 in meno) e del colon-retto (611 in meno), ma anche delle lesioni che possono essere una spia di quest’ultima neoplasia (quasi 4000 adenomi del colon-retto non diagnosticati) o del cancro della cervice uterina (circa 1670 lesioni CIN 2 o più gravi non diagnosticate).
Scrive Repubblica: “Queste neoplasie non sono scomparse, ma saranno individuate in fase più avanzata e questo significa che ci saranno minori probabilità di guarigione e risorse maggiori per le cure. In base a stime del National Cancer Institute, negli Stati Uniti, nei prossimi 10 anni, vi saranno circa 10.000 morti in più per tumore del seno e del colon-retto, proprio a causa dell’effetto del Covid-19 sugli screening e sul trattamento”. Preoccupa, in particolare, la situazione negli Usa e in Gran Bretagna. Ma l’Italia non è da meno. Saverio Cinieri, presidente eletto Aiom e direttore Oncologia Medica e Breast Unit dell’Ospedale ‘Perrino’ di Brindisi dice: “A oggi, il ritardo diagnostico accumulato è limitato, ma sta crescendo anche per le modalità organizzative necessarie per garantire il distanziamento fisico dei cittadini che si sottopongono agli screening”. Nel nostro Paese, nel 2019, sono stati stimati 371mila nuovi casi di tumore e il costo dei farmaci anticancro è in costante crescita. In cinque anni (2014 – 2019) la spesa per le terapie è passata da 3,9 a circa 6 miliardi di euro”.

Fondamentale sarà dunque investire. Ed è quello che chiede alle istituzioni l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom): destinare più fondi per la lotta contro il cancro, non solo per le terapie ma anche per potenziare la telemedicina e per creare percorsi definiti di collaborazione con la medicina del territorio

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