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Covid-19, ecco la mappa delle misure restrittive che funzionano di più

La ricerca pubblicata su The Lancet: presi in esami i "comportamenti" di 131 Paesi durante le tre fasi della pandemia. Al primo posto della classifica il divieto assoluto di grandi eventi pubblici

Covid-19, ecco la mappa delle misure restrittive che funzionano di più
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24 Ottobre 2020 - 18.08


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I ricercatori dell’Università di Edimburgo hanno analizzato in 131 Paesi gli effetti sulla riduzione della diffusione del virus in base a misure restrittive, singole e combinate tra loro, come la chiusura della scuole, lo smart working, il divieto di assembramenti, l’invito a non uscire di casa e la limitazione degli spostamenti all’interno del Paese. L’analisi riportata su Lancet Infectious Diseases è un mix di interventi restrittivi ma nel caso i governi coinvolti dalla pandemia avessero un’unica chance la prima cosa da fare sarebbe quella di vietare i grandi eventi pubblici. Così si ottiene una riduzione del 24 per cento del tasso di contagiosità (non immediatamente ma dopo 28 giorni). Questo è l’intervento singolo di maggiore impatto e non a caso è quello che viene adottato per primo in quasi tutti i Paesi travolti dall’epidemia.

Nello studio sono stati valutati sia gli interventi isolati che sortiscono qualche effetto, sia quelli combinati che risultano, ovviamente, molto più efficaci.

Per esempio: il divieto di eventi pubblici riduce il tasso di contagio del 24 per cento, la chiusura delle scuole del 15 per cento, la chiusura degli uffici del 13 per cento, le limitazioni agli spostamenti del 7 per cento e l’invito a restare a casa del 3 per cento.

Vediamo in dettaglio lo studio partendo dal mix di misure restrittive.
In testa alla classifica c’è, come era prevedibile, un simil-lockdown: scuole e uffici chiusi, divieto di eventi pubblici, divieto di riunioni con più di 10 persone, limitazioni agli spostamenti e richiesta di restare a casa. Così l’Rt si abbassa del 52 per cento. Al secondo posto c’è la combinazione uffici chiusi, divieto di eventi pubblici e assembramenti con più di 10 persone e limitazione agli spostamenti interni: in 28 giorni l’Rt si riduce del 42 per cento.

Al terzo posto c’è il mix composto da chiusura degli uffici, divieto di eventi pubblici e divieto di riunioni di più di dieci persone: l’Rt in questo caso scende del 38 per cento.

Infine, all’ ultimo posto c’è la combinazione di interventi più permissiva: divieto di eventi pubblici e di riunioni con più di 10 persone. In questo scenario in 28 giorni il tasso di contagiosità si riduce del 29 per cento.

Un capitolo dell’indagine è dedicato anche alle conseguenze delle riaperture.

Qui si scopre che la revoca del divieto di eventi pubblici fa salire l’indice Rt dopo 28 giorni del 21 per cento, la riapertura delle scuole del 24 per cento, la possibilità di riunirsi in gruppi di più di 10 persone del 5 per cento, la riacquistata libertà di movimento comporta un aumento del 13 per cento del tasso di contagiosità e la concessione a uscire di casa senza restrizioni dell’11 per cento.

E’ evidente che i dati variano da Paese in Paese e che, per esempio, nell’analisi relativa all’indice di contagiosità per la riaaertura delle scuole va considerato il più massiccio uso di mezzi pubblici.Gli stessi ricercatori avverono che l’impatto della scuola può essere notevolmente ridotto adottando le precauzioni giuste, distanziamento, mascherina, tracciamento dei contatti, controllo della temperatura, isolamento dei casi positivi ecc…

 

La ricerca può essere consultata qui

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