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Aborto negato: donne penalizzate con la scusa del Covid-19

Un'indagine sull'interruzione di gravidanza in 31 Paesi europei ai tempi della pandemia, Dove era già difficile abortire è diventato impossibile. Maglia nera a Malta, Monaco, San Marino e Polonia

Aborto negato: donne penalizzate con la scusa del Covid-19
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15 Ottobre 2020 - 15.47


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Gli autori di una ricerca pubblicata sul BMJ Sexual & Reproductive Health hanno valutato l’impatto della pandemia sull’aborto in 31 Paesi europei (l’Italia è esclusa) ai tempi del coronavirus. Scoprendo che si sono rafforzate le diseguaglianze nell’accesso ai servizi: dove era difficile abortire prima è diventato quasi impossibile. Al contrario: dove le donne erano ben assistite sono stati potenziati i servizi alternativi, la telemedicina e l’assistenza domiciliare. 
Alle donne di 6 Paesi europei è stata negata del tutto la possibilità di abortire per ragioni non mediche: in Andorra, Liechtenstein, Malta, Monaco, San Marino e Polonia, l’aborto è stato vietato. In Ungheria è stato sospeso.

L’accesso all’interruzione di gravidanza per via chirurgica è stato limitato notevolmente in 12 Paesi europei e negato del tutto alle donne con i sintomi di infezione da Covid-19 in 11 Paesi (Paesi Bassi, Belgio, Germania, Islanda, Lettonia, Lussemburgo, Montenegro, Slovenia, Inghilterra, Galles e Scozia). Solo 13 Paesi hanno garantito le consultazioni con i medici utilizzando la tecnologia da remoto (Belgio, Estonia, Irlanda, Finlandia, Francia, Germania, Norvegia, Portogallo, Svizzera, Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda del Nord). E solamente 7 Paesi hanno utilizzato la telemedicina per assistere le donne nel momento dell’aborto farmacologico domiciliare. In Danimarca e in Svezia.

In Europa ricorrono all’interruzione volontaria di gravidanza 6,4 donne su 1.000 di età compresa tra 15 e 44 anni in Svizzera e 19,2 su 1.000 in Svezia. È probabile, ipotizzano i ricercatori, che durante la pandemia la scelta di abortire venga presa da un numero maggiore di donne, a causa delle incertezze economiche, dell’aumentata esposizione alla violenza sessuale e dell’accesso limitato alla contraccezione.

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