Il vaccino sperimentale contro il coronavirus sviluppato in Russia ha indotto una risposta immunitaria in tutti i partecipanti ai test preliminari, senza causare particolari effetti avversi. L’esito di questa prima sperimentazione è stato reso pubblico sulla rivista scientifica Lancet, con una ricerca che ha ricevuto una revisione alla pari da parte di scienziati non coinvolti nello sviluppo del vaccino. Lo studio e la sua revisione portano qualche elemento più solido sulle potenzialità della soluzione prodotta dai ricercatori russi, dopo settimane di annunci da parte del governo senza particolari controprove.
I primi dati su Sputnik V indicano la produzione di una risposta immunitaria in tutti i 76 volontari, adulti sani tra i 18 e 60 anni, coinvolti nelle fasi 1 e 2 della sperimentazione. Vengono usati due diversi adenovirus umani, cioè uno dei virus che causa il raffreddore, modificato per trasportare il gene della proteina Spike, quella che permette al coronavirus di entrare nelle cellule umane. Qualsiasi sia il vaccino che arriverà prima sul mercato però, è difficile che sia diffuso nel mondo prima della metà del 2021, avverte l’Organizzazione mondiale della sanità
“Questa fase 3 richiede più tempo perché dobbiamo vedere quanto il vaccino sia veramente protettivo e quanto sia sicuro», ha aggiunto la portavoce dell’Oms, Margaret Harris. Una previsione condivisa anche dal direttore della rivista Lancet, Richard Horton, secondo cui «nonostante ci siano molti candidati, possiamo aspettarci almeno un vaccino nei primi mesi del 2021», ma questo «non sarà disponibile subito per tutti».
Il dato positivo, rileva il virologo Carlo Federico Perno, direttore dell’unità di Microbiologia dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, “è che finalmente sono stati pubblicati su una rivista scientifica i risultati sul vaccino che finora erano stati annunciati solo sui giornali dai politici russi”. Mancano però ancora i dati “fondamentali della fase 3 – conclude Perno – quella cioè condotta su migliaia di persone, che serve a verificare anche se rimane contagiato di più chi è stato vaccinato o chi no”. Sono complessivamente 164 i candidati vaccini allo studio, di cui 25 si stanno sperimentando sull’uomo, e 5 arrivati alla fase 3 dei test, la più avanzata.
Qui l’articolo pubblicato su The Lancet: https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)31866-3/fulltext