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Il report inascoltato dell'Oms nel 2018: "In arrivo un virus sconosciuto"

L'Organizzazione Mondiale della Sanità aveva previsto due anni fa la pandemia da Covid-19 senza conoscerne il nome e gli effetti. Fu definita "Malattia X", da contagio tra animali selvatici e uomo

Il report  inascoltato dell'Oms nel 2018: "In arrivo un virus sconosciuto"
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30 Ottobre 2020 - 16.14


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Era il 2018 quando in un report riservato l’Organizzazione Mondiale della Sanità parlò per la prima volta di una pandemia in grado di decimare la popolazione mondiale. Fu chiamata allora, “Malattia X” (in inglese: Disease X).
L’Oms scrisse, all’epoca dei fatti della verosimiglianza dell’arrivo di “un agente patogeno non ancora identificato che, potrebbe nascere da mutazioni biologiche, come tra l’altro è avvenuto con altre precedenti epidemie mortali di tipo globale come il virus dell’HIV o l’influenza spagnola. Questo patogeno potrebbe diffondersi molto velocemente in seguito ad un attacco terroristico oppure semplicemente per un banale incidente di laboratorio”.
Il report continua: “Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha inserito la Malattia X nell’elenco delle nove malattie che potrebbero causare un’epidemia mondiale, potrebbe trattarsi di “una grave epidemia internazionale causata da un agente patogeno attualmente sconosciuto. La malattia è stata inserita nella “List of Blueprint priority diseases”, insieme ad altre più note come la MERS o la febbre di Marburg, causata dall’omonimo virus”.
Commentando le previsioni di allora, due anni fa, la consulente dell’Oms Marion Koopmans parlò di “contatti tra umani e animali anche selvatici aumentati a causa della globalizzazione e un diffondersi delle epidemie più veloce a causa dei viaggi e del commercio che si sono sviluppati oggi”.
Proprio nel 2018, è stata la prima volta che il comitato dell’OMS, che è composto da esperti virologi e batteriologi, inserì nella lista delle potenziali pandemie un virus/patogeno sostanzialmente sconosciuto di cui però si conosce la potenziale minaccia globale. Il report conclude: “Inserendolo nell’elenco, questo rischio, sebbene non relativo ad un patogeno già identificato, diventa molto più reale e probabilmente spingerà i governi di tutto il mondo a prendere seriamente in considerazione eventuali tattiche di ripiego o di contrasto a seguito dei primi sintomi o della prima propagazione del virus”.
E sembra proprio che l’Oms parlasse, senza ancora conoscerne il nome e gli effetti, di Covid-19.

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