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Età, infiammazioni e reni mal messi: gli indicatori di mortalità Covid-19

Una imponente ricerca svolta in 36 centri clinici del nostro Paese: più alto è lo stato infiammatorio del paziente all’ingresso in ospedale, maggiore sarà il suo rischio di morte durante il ricovero

Età, infiammazioni e reni mal messi: gli indicatori di mortalità Covid-19
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8 Agosto 2020 - 16.26


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Età avanzata, funzionalità renale ridotta e un elevato livello di infiammazione nel sangue. Sono questi, per un paziente ricoverato in ospedale per Covid-19, i principali indicatori di un maggiore rischio di mortalità, secondo uno studio, guidato dal Dipartimento di Epidemiologia e prevenzione dell’Irccs Neuromed di Pozzilli (Is), in collaborazione con la Clinica mediterranea cardiocentro di Napoli, l’Università di Pisa e altri 33 centri clinici italiani, che hanno costituito la collaborazione ‘Corist’ (Civid-19 Risk and Treatments).

La ricerca, pubblicata sulla rivista ‘Nutrition, metabolism and cardiovascular disease’ ha preso in esame 3.894 pazienti Covid ricoverati in ospedali del territorio italiano dal 19 febbraio al 23 maggio scorso.

La ricerca sui fattori di rischio, condotta dalle ricercatrici Neuromed Simona Costanzo e Marialaura Bonaccio, ha evidenziato poi il ruolo della proteina C reattiva, un valido indicatore di infiammazione presente nel sangue. Più alto è lo stato infiammatorio del paziente all’ingresso in ospedale, maggiore sarà il suo rischio di morte durante il ricovero. Infine una riduzione della funzionalità renale è anch’essa progressivamente correlata con un aumento di rischio.

Giovanni de Gaetano, presidente di Neuromed, sottolinea come “un aspetto interessante dello studio Corist è che è stato effettuato nella vita reale del nostro Sistema sanitario nazionale, in real life, come si dice oggi, facendo confluire nei risultati la ricchezza delle diverse esperienze di centri clinici grandi e piccoli, dalla Lombardia alla Sicilia, una ricerca davvero “corale”, come ben indica l’acronimo scelto dai responsabili”

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