Genetica e Covid-19, nella Bergamasca gli ex malati diventano volontari

Il progetto Origin dell'Istituto Mario Negri ha toccato 18 Comuni, compreso Bergamo. L'obiettivo è capire la relazione tra genetica e virus pandemico in una delle aree più colpite d'Italia

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4 Dicembre 2020 - 16.49


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Cresce il progetto ‘Origin’ sui legami tra genetica e Covid-19. Promosso dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs per scoprire eventuali fattori genetici in grado di influenzare le manifestazioni dell’infezione da nuovo coronavirus, lo studio allarga i suoi confini e approda anche nella città di Bergamo e in altre località della provincia. Finora sono state più di 4.300 le adesioni ottenute, da altrettanti cittadini ex pazienti Covid che nei 18 Comuni della bassa e media Val Seriana e Val Gandino dove è partito il progetto hanno compilato il questionario di Origin disponibile online collegandosi al sito origin.marionegri.it, o in forma cartacea presso il Municipio o le biblioteche comunali.

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L’ipotesi alla base del progetto – ricordano dall’Irccs fondato e presieduto da Silvio Garattini – è che le variazioni dell’assetto genetico di un individuo possano avere un’influenza sulla gravità della malattia Covid-19 e spiegare le diverse risposte all’infezione. Con dicembre il questionario online sarà aperto quindi anche alla città di Bergamo e ad altri 5 nuovi Comuni: Gorle, Pedrengo, Scanzorosciate, Seriate, Torre Boldone. E proprio in questi giorni è stato dato il via alla seconda fase del progetto: i primi volontari selezionati sono stati contattati per un colloquio con i medici del Centro di ricerche cliniche Aldo e Cele Daccò di Ranica per effettuare le indagini genetiche utili allo studio.

“Ho accolto con entusiasmo l’invito del Mario Negri a estendere a Bergamo il progetto Origin – dichiara il sindaco Giorgio Gori – perché lo considero un’importante occasione per saldare la ricerca scientifica alla partecipazione dei cittadini. L’esperienza del Covid è destinata a lasciare un segno profondo nella nostra comunità: non c’è famiglia che non ne sia stata toccata, spesso purtroppo in modo drammatico. Credo quindi di interpretare il desiderio di molti miei concittadini nel dire che vogliamo renderci utili a conoscere meglio la natura di questa malattia, perché da un evento luttuoso sia possibile trarre il beneficio di un avanzamento della ricerca scientifica. Invito pertanto i cittadini che nei mesi scorsi hanno personalmente fatto l’esperienza del Covid ad aderire numerosi al progetto, compilando il questionario pubblicato sul sito origin.marionegri.it”.

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