Archiviamo un altro cavallo di battaglia dei no-mask e negazionisti in genere: la mascherina non fa male ai bambini. Indossarla “non solo non è dannoso, ma può anche rivelarsi utile. La cosa importante è insegnare a usarla nel modo corretto, soprattutto ai più piccoli: non toccare la mascherina, né la propria né quella dei compagni, non scambiarla con gli amici e lavarsi frequentemente le mani”.
A fugare i tanti dubbi e i timori dei genitori in vista della ripresa della scuola è la Società italiana di pediatria (Sip), in un approfondimento su ‘Dottore, ma è vero che…?’, il portale anti-fake news della Federazione degli Ordini dei medici.
E’ giusto far indossare le mascherine ai bambini durante l’intera permanenza a scuola? Se lo chiedono le mamme e i papà, dopo aver sentito che la mascherina chirurgica “può causare ai bambini un senso di calore, irritazione, difficoltà respiratorie, fastidio, difficoltà di concentrazione, distrazione e, infine, il rifiuto di indossarla” e altre dichiarazioni preoccupanti. Ma è davvero così?
“Sono comparse tante fake news sulle mascherine – spiega Elena Bozzola, segretario e consigliere nazionale della Sip – Innanzitutto, si pensa che sia pericolosa perché un bambino respira la propria anidride carbonica, ma la mascherina non è così aderente. L’aria passa e la quantità di anidride carbonica respirata dal bambino è minima e non dà alcun tipo di problema di ipossia o addirittura rischio di morte, come si è arrivato a dire sui social”.
Inoltre, ricordano i pediatri, la mascherina chirurgica non può indebolire il sistema immunitario nei bambini. Al contrario, “previene il diffondersi di infezioni e va indossata anche dai bambini per evitare la trasmissione del coronavirus tra soggetti anche asintomatici”.
Altra fake news è che la mascherina chirurgica possa causare una alterazione della flora intestinale nei bambini: “Non ci sono, infatti, evidenze scientifiche in letteratura che documentino che un corretto utilizzo della mascherina possa comportare un’alterazione della flora batterica”, evidenziano i pediatri.