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Durante il lockdown è raddoppiata la mortalità per infarto

L'indagine si basa sui dati di oltre 15 mila infarti miocardici (il cosiddetto Stemi) è stata condotta da medici del Providence Heart Institute, in America. Crollo dei ricoveri per la paura del Covid-19

Durante il lockdown è raddoppiata la mortalità per infarto
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20 Agosto 2020 - 10.16


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Durante l’emergenza Covid è raddoppiata la mortalità per l’infarto più grave – il cosiddetto Stemi (Infarto miocardico con ‘elevazione del segmento ST’). È quanto emerge da una vasta analisi condotta in Usa a partire da febbraio e pubblicata sulla rivista Jama Cardiology. L’indagine si basa sui dati di oltre 15 mila infarti ed è stata condotta da medici del Providence Heart Institute.
Sin da febbraio si è assistito ad un crollo dei ricoveri per infarto, segno che la paura del coronavirus ha bloccato molte persone che, pur manifestando i sintomi chiari di un arresto cardiaco, hanno evitato di recarsi in ospedale. Inoltre i ricoveri per infarto sono durati in media meno giorni e i pazienti dimessi sono stati inviati a casa piuttosto che in centri di riabilitazione ad hoc come avviene di solito. Inoltre per l’infarto più grave la mortalità è raddoppiata anche se non vi è stato alcun cambiamento nell’assistenza fornita ai pazienti; l’impennata dei decessi si spiega con un ritardo nel cercare soccorso (nell’infarto Stemi la tempestività dei soccorsi è cruciale) o con l’intasamento dei pronto soccorsi a causa dell’emergenza covid.
Secondo gli esperti lo studio è in linea con precedenti lavori che suggerivano in via preliminare un calo del 25% dei ricoveri per infarto. Oltre alla paura che ha reso i pazienti riluttanti a cercare soccorso, concludono i cardiologi, non è da escludersi anche un reale calo dei casi di arresto cardiaco legato a una riduzione dell’inquinamento durante il lockdown essendo lo smog un fattore di rischio importante per eventi cardiovascolari come infarto e ictus.

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