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Covid-19: le speranze per bamlanivimab, anticorpo monoclonale

Autorizzato all'uso "in emergenza" dalla FDA statunitense, l'anticorpo sarà utilizzabile nel trattamento dei pazienti positivi a Sars-Cov-2 con malattia da lieve a moderata ma ad alto rischio

Covid-19: le speranze per bamlanivimab, anticorpo monoclonale
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13 Novembre 2020 - 18.15


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Una speranza vera, reale, nella lotta a Covid-19 riguarda gli anticorpi monoclonali. Che cosa sono? Sono anticorpi prodotti dai pazienti infettati, selezionati dal loro plasma, riprodotti in laboratorio in quantità illimitata e per un numero infinito di volte che rappresentano un concentrato delle migliori armi del sistema immunitario per colpire il virus. Ora dai laboratori siamo passati alla pratica.

Con bamlanivimab arriva finalmente il primo anticorpo monoclonale nella lotta a Covid-19. Autorizzato all’uso “in emergenza” dalla FDA statunitense, l’anticorpo sarà utilizzabile nel trattamento dei pazienti positivi a Sars-Cov-2 con malattia da lieve a moderata ma ad alto rischio. I risultati, provenienti dal trial clinico di fase II pubblicati sul New England Journal of Medicine, mostrano infatti che l’anticorpo in questione è utile nel ridurre la carica virale e le probabilità di ricovero.

Come scrive la Fondazione Veronesi: “Pur non essendo “farmaci” in grado di agire bloccando la replicazione del virus, l’utilizzo di efficaci anticorpi monoclonali sarà uno di quei fattori capaci di cambiare in meglio la lotta al coronavirus. L’idea degli scienziati è infatti quella di utilizzarli sia a scopo profilattico sia dal punto di vista terapeutico.”
Ed è proprio questo secondo aspetto quello indagato nel trial clinico BLAZE-1 i cui risultati sono stati pubblicati negli scorsi giorni dal New England Journal of Medicine e che hanno indotto l’FDA ad approvare bamlanivimab all’uso in emergenza.

Dai dati raccolti nella sperimentazione l’anticorpo in questione, capace di legarsi alla proteina “spike” del coronavirus -quella che Sars-Cov-2 utilizza per ancorarsi ed invadere le nostre cellule, si è dimostrato efficace nel trattamento di Covid-19 riducendo la carica virale, i sintomi e il rischio di ospedalizzazione. In particolare l’effetto è risultato maggiore quanto prima veniva somministrato l’anticorpo. Somministrazione però che per essere efficace deve avvenire entro i 10 giorni dall’insorgenza dei sintomi. Ribadiamo però che, al momento, l’autorizzazione prevede che il farmaco venga somministrato alle persone con infezione da lieve a moderata ma ad alto rischio di progredire a Covid-19 grave e/o di essere ospedalizzati. Un risultato fondamentale nell’ottica di ridurre la pressione sul sistema sanitario dovuto alla mole di ricoveri.

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