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Il veleno delle api come barriera per combattere il tumore del seno

Un team di scienziati australiani ha scoperto che la principale componente del veleno delle api, la melittina, può uccidere rapidamente le cellule tumorali del seno, anche quelle più aggressive e

Il veleno delle api come barriera per combattere il tumore del seno
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3 Settembre 2020 - 15.25


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Un team di scienziati australiani ha scoperto che la principale componente del veleno delle api, detta melittina, può uccidere rapidamente le cellule tumorali del seno, anche quelle aggressive e difficili da trattare. Lo studio condotto dall’Harry Perkins Institute of Medical Research di Perth e pubblicato su Nature Precision Oncology, ha anche rivelato che quando la melittina si combina con farmaci di chemioterapia esistenti, come il docetaxel, si dimostra altamente efficiente nel ridurre lo sviluppo dei cancro nei topi .
Lo studio ha mostrato che una specifica concentrazione del veleno ha ucciso il 100% dei tumori al seno tripli-negativi e delle cellule cancerose entro 60 minuti, pur avendo effetti minimi sulle cellule normali. ritiene che la scoperta possa portare allo sviluppo di un trattamento per i tumori al seno triplo-negativi, per i quali non esistono finora terapie mirare clinicamente efficaci.
“Abbiano accertato che il veleno delle api da miele è notevolmente efficace nell’uccidere alcune delle più aggressive cellule del cancro al seno, in concentrazioni che non sono dannose per le cellule normali”, scrive la responsabile della ricerca Ciara Duffy
Nella procedura le api sono state addormentate con anidride carbonica e refrigerate prima di estrarre il veleno e iniettarlo nei tumori. I ricercatori hanno poi riprodotto la melittina sinteticamente e hanno verificato che rispecchiasse la maggioranza degli effetti antitumorali del veleno delle api. “La melittina penetra la superficie, la membrana del plasma, e crea porosità, sopprimendo così le cellule tumorali.
Gli studiosi hanno anche scoperto che entro 20 minuti dalla somministrazione la melittina ha un altro potente effetto. “Abbiamo osservato che interferisce con i percorsi principali che segnalano il cancro e che sono fondamentali per la crescita e la replicazione delle cellule cancerose”, conclude Duffy.

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