Lo studio: il raffreddore genera anticorpi utili a prevenire Sars-Cov-2

La ricerca pubblicata su 'Science' dal team de La Jolla Institute for Immunology.

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4 Agosto 2020 - 18.48


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Meglio prendersi un bel raffreddore allora? Forse sì: ‘Effetto raffreddore’. Gli anticorpi sviluppati dopo essere stati infettati dal coronavirus del raffreddore sembrerebbero reagire anche contro il virus pandemico Sars-Cov-2. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato su ‘Science’ dal team de La Jolla Institute for Immunology.

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“Un lavoro interessante, che potrebbe spiegare alcuni elementi rimasti finora nell’ombra, come ad esempio la diversità della risposta alla malattia fra i pazienti”, commenta il virologo dell’Università di Milano Fabrizio Pregliasco.

Ricerche recenti avevano evidenziato la presenza di risposte delle cellule T specifiche a Sars-CoV-2 in persone non esposte al virus. Un aspetto che aveva incuriosito i ricercatori. Ora gli immunologi Usa mostrano che queste risposte derivano in parte dalla memoria sviluppata dalle cellule T contro i coronavirus del comune raffreddore. “Un meccanismo non dissimile da quello che si verifica nel caso dell’influenza, una cross-reattività che potrebbe spiegare – dice Pregliasco – anche perché ci sono risposte molto diverse alla malattia nei pazienti con Covid-19”.

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All’inizio di quest’anno, i ricercatori che hanno studiato la risposta immunitaria adattiva a Sars-CoV-2 in diverse coorti di pazienti, avevano rilevato cellule T CD4 + reattive al Sars-CoV-2 nel 50% delle persone del campione studiato che non erano state esposte al virus. L’ipotesi era che questa immunità preesistente fosse dovuta alla memoria delle cellule T rispetto ai coronavirus del raffreddore umano comune (HCoVs), che condividono una sequenza parziale con Sars-CoV-2. Per dimostrarlo, il team di Jose Mateus ha studiato campioni di sangue umano raccolti prima del 2019, quando è emerso il virus pandemico, sottoponendoli a speciali indagini.

Gli autori hanno scoperto così una gamma di cellule T cross-reattive sia per Sars-CoV-2 che per i comuni coronavirus del raffreddore (HCoV-OC43, HcoV-229E, HCoV-NL63 e HcoV-HKU1). Sulla base del loro lavoro, i ricercatori suggeriscono che è plausibile ipotizzare che un’esposizione preesistente ai virus del raffreddore possa contribuire alle variazioni della gravità della malattia nei pazienti con Covid-19.

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