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Ex malati Covid, donne incinte e giovanissimi non devono vaccinarsi

A dirlo Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani e infettivologo del comitato tecnico scientifico (Cts). Science: gli anticorpi durano dai tre ai 5 mesi

Ex malati Covid, donne incinte e giovanissimi non devono vaccinarsi
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4 Dicembre 2020 - 17.07


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E adesso che sono arrivati i vaccini come si devono comportare le migliaia di persone risultate positive a Covid-19?
Uno studio di Science valuta in 3-5 mesi la durata degli anticorpi. E per questo alcuni esperti sono convinti che il vaccino garantisca comunque una protezione più efficace.
«Chi ha avuto il Covid non deve vaccinarsi contro la malattia perché ha sviluppato anticorpi naturali, semmai dovrà controllare il livello di questi anticorpi. E quando questi dovessero scendere, si può riconsiderare una vaccinazione». È l’opinione di Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani e infettivologo del comitato tecnico scientifico (Cts).

Secondo Ippolito anche le donne incinte non sarebbero tra le categorie prime nella lista dei vaccini anti Covid. “Le donne in gravidanza – ha dichiarato lppolito su Rai Radio 1 – non rientrano in un criterio di priorità. Non sono stati fatti studi ad hoc ma non mi pare che le gravide rientrino in un criterio di priorità”. Anche i giovani sono da escludere come soggetti prioritari. L’idea di vaccinarli per primi in quanto principali diffusori del virus, dal punto di vista strettamente scientifico avrebbe senso. “Solo se fossimo in tempo di pace, – dichiara – sarebbe una via utile per ridurre la circolazione del virus. Ma noi siamo in tempo di guerra ed è meglio evitare le morti dei casi gravi”. Per le priorità di vaccinazione contro il Covid-19 Ippolito avalla lo schema ‘classico’ prescritto anche dall’Oms: operatori sanitari, soggetti a rischio e poi tutti gli altri.

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