Adolescenti e giovani adulti ricoverati per anoressia nervosa con moderata malnutrizione recuperano più velocemente quando ricevono un’alimentazione ad alto contenuto calorico. Questo approccio non appare associato a un aumentato rischio di sindrome da rialimentazione e permette di abbreviare il ricovero ospedaliero.
Lo studio, condotto in due centri terziari per i disturbi del comportamento alimentare degli Stati Uniti, ha arruolato 120 pazienti di età compresa tra 12 e 24 anni ricoverati per anoressia nervosa.I partecipanti sono stati randomizzati per la rialimentazione ad alto contenuto calorico (a partire da 2.000 kcal/die con aumento giornaliero di 200 kcal) o a basso contenuto calorico (a partire da 1.400 kcal/die con aumento di 200 kcal un giorno sì e un giorno no).
L’analisi ha incluso 111 partecipanti (91% femmine; età media 16,4 anni).
La stabilizzazione era significativamente più rapida (7 giorni contro 10 giorni) con l’alimentazione ad alto contenuto calorico che con quella a basso contenuto calorico.
Le anomalie elettrolitiche e gli altri eventi avversi non differivano tra i gruppi. Il ricovero ospedaliero era di quattro giorni più breve per i pazienti che ricevevano l’alimentazione ad alto contenuto calorico, il che comportava per ogni partecipante un risparmio di circa $19.000 dollari nelle spese ospedaliere.
L’approccio standard, in caso di anoressia, consiste nell’aumentare gradatamente l’apporto calorico, ma ciò comporta scarso guadagno di peso e lunghi ricoveri. I risultati di questo studio, il primo a confrontare due diversi approcci per il recupero, supportano il ricorso a un’alimentazione ad alto contenuto calorico durante il ricovero ospedaliero.
Anoressia, una dieta ad alto contenuto calorico riduce i tempi di ricovero
Nella approccio a questo gravissimo disturbo alimentare c'è sempre il rischio di una sindrome da rialimentazione. Ma la ricerca Usa, appena pubblicata, dimostra il contrario e dà nuove speranze
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29 Ottobre 2020 - 12.59
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